E siamo già a venticinque! Sembra di avere appena festeggiato il ventennale del club e invece il quarto di secolo è in pieno svolgimento. Forse il Trentino e le ricorrenze importanti del nostro sodalizio sono legati a doppio filo? Può essere, fatto sta che il raduno che si è appena concluso verrà ricordato a lungo; l’organizzazione è stata curata in maniera magistrale da Marco e Cristina che hanno “fatto il solco” sulle strade della valle a forza di ricognizioni per individuare i migliori percorsi; hanno scelto due ottimi alberghi, condizione basilare per la buona riuscita di un raduno, hanno inventato l’innovativa formula del “doppio programma” affiancando alternative soft a programmi più impegnativi e soprattutto si sono sbizzarriti nella cernita di attrattive originali; il risultato è stato un apprezzamento generale da parte dei 38 equipaggi che nel corso dei quattro giorni hanno partecipato. Un raduno che ha visto il debutto ufficiale di ben quattro nuovi soci: il trentino Giuseppe Clauser e i padovani Marco Giacon, Fabio e Cristiano Mazzari: in particolare gli ultimi tre già da tempo frequentavano i nostri raduni ma solo dal 2017 sono diventati soci effettivi. Proviamo quindi a ripercorrere i quattro giorni della manifestazione per farli conoscere a chi non ha partecipato e per farli rivivere a chi ha avuto la fortuna di presenziare. Partiamo dall’inizio, ovvero dallo scaramantico rito che ci accompagna nei giorni precedenti: la consultazione delle previsioni meteo. La sensazione dominante era lo sconforto: i vari siti prospettavano un mezzo disastro con tanto di tuoni, fulmini e saette. Invece il tempo non è stato male: va infatti considerato che in montagna i cambiamenti sono abbastanza repentini e quindi gli occasionali acquazzoni sono stati di breve durata. E durante la notte le vetture erano ricoverate al coperto nel garage dell’hotel, altro particolare non proprio secondario. Spendiamo anche due parole sulla sistemazione: il campo base si trovava presso l’Alpen Garten Hotel Margherita di Rumo; una struttura elegante, fresca di restauro, con una cucina molto curata ed ampi spazi a disposizione. Dato che era preventivato l’overbooking, altre camere sono state opzionate nell’attiguo Hotel Cavallino Bianco, rivelatosi altrettanto valido ed ospitale. Partiamo quindi con giovedì quando la sala da pranzo del Margherita si ritrova invasa dai partecipanti (a proposito: i raduni iniziano sempre di pomeriggio e chi arriva prima deve prenotare. Teniamolo presente per il futuro). L’aria fresca e il cielo nuvoloso fanno già presagire che nel pomeriggio qualche rovescio ci terrà compagnia; poco male, sarà l’occasione per inaugurare l’ombrello ricevuto in omaggio dal club: ancora una volta il regalo si è rivelato utile! A livello di programma vengono previste due distinte opzioni: una passeggiata in paese, accompagnati da Cristina e da una guida locale, oppure una gita al lago di Tovel con Marco come apripista: pagato il consueto tributo alla sfortuna con l’appiedamento della macchina di Giorgio (rivelatosi fortunatamente di facile soluzione) una quindicina di spider parte quindi alla volta di questo gioiello incastonato ai piedi delle Dolomiti di Brenta e un tempo famoso per la particolare colorazione rossastra che le acque assumevano in certi periodi. Una volta sistemate le vetture abbiamo compiuto a piedi il giro del lago ammirandone i magnifici colori anche in assenza di sole. La passeggiata è stata lunga e ha permesso agli amici di scambiare quattro chiacchiere per riscaldare l’atmosfera. Al rientro in albergo ci si ritrova con l’altro gruppo che ha visitato il paese e con gli ultimi arrivati: ormai il clima da raduno si respira e gli organizzatori illustrano il programma della manifestazione mentre i partecipanti si fiondano sulle specialità trentine proposte dallo chef. Molto particolare il programma del venerdì che ha previsto la separazione delle auto in due maxi gruppi per suddividere le visite. Abbiamo quindi visitato la diga del lago di Santa Giustina che, ai tempi della sua realizzazione, era la più alta d’Europa; un gentilissimo tecnico ci ha spiegato i principi fondamentali dell’energia idroelettrica e del funzionamento di una diga; e lo ha fatto direttamente “sul campo”, nel senso che siamo saliti sulla parete che delimita l’invaso; subito dopo siamo risaliti in macchina per raggiungere la centrale di Taio: qui dopo avere percorso (a piedi) un lungo tunnel sotterraneo siamo entrati nella sala dove sono ospitate le turbine che, grazie alla spinta dell’acqua, generano energia elettrica: è stato uno spettacolo davvero interessante ed inconsueto. I due gruppi si sono ritrovati a Tres per la visita della Sidreria Lucia Maria Melchiori, che oltre al sidro “sforna” vari prodotti derivati dalla mela: dall’aceto al succo (anche bio) e da un po di tempo si cimenta anche nella produzione di birre artigianali. La visita è stata molto interessante ed ha visto la spiegazione dei vari processi produttivi; particolarmente suggestiva la parata di barriques per l’affinamento dell’aceto. A visita ultimata abbiamo pranzato tutti assieme nell’annesso ristorante: abbiamo così potuto assaggiare alcuni piatti tipici trentini quali canederli e spaetzle rivisitati in quanto cucinati in abbinamento con la mela. Altra tappa della giornata è stata la visita di Castel Thun nel vicino comune di Ton: l’edificio, in perfetto stato di conservazione e completo di tutti gli arredi dell’epoca, costituisce una delle dimore storiche più importanti della zona e non solo. Dopo una giornata fresca ma “asciutta” sulla via del ritorno abbiamo preso un acquazzone ma nulla di preoccupante; prima del rientro in albergo è stata fatta una tappa in una stalla e successivamente nel caseificio di Marcena, specializzato nella produzione del Trentingrana: i presenti hanno avuto modo di ripercorrere l’intera filiera: dai pascoli alla stalla per arrivare al caseificio e infine al punto vendita. La serata in hotel è stata allietata da un giovane ma promettente fisarmonicista nel tradizionale costume tirolese. Sabato mattina il tempo sembra mettere giudizio e si incominciano a vedere le spiderine aperte: tutti in marcia di buon mattino in direzione di Coredo per raggiungere l’eremo di San Romedio; il percorso è magnifico, tra boschi e splendide vallate; le strade, come da tradizione della zona, sembrano di velluto: non una buca, non un avvallamento e le 850 marciano spedite in direzione dell’eremo, arrampicato su uno sperone roccioso alto 100 metri: ad accoglierci di fianco all’ingresso troviamo Bruno, un esemplare di orso che vive nei dintorni che non sempre è facile vedere. I radunisti, accompagnati da una guida, hanno visitato l’eremo risalendo pian piano le scale fino ad arrivare ad un balconcino che sembra sospeso nella valle. Rientro in albergo sotto un magnifico sole e con una temperatura decisamente in rialzo. Ma in montagna non bisogna mai cantare vittoria: infatti mentre eravamo a tavola una nuvola dispettosa è tornata ad inumidire le nostre auto… Con le capotes chiuse siamo quindi ripartiti in direzione di Fondo, ancora una volta percorrendo strade sinuose tra vigne e meleti. Una volta sistemate le auto nella piazza principale, caratterizzata dalla presenza di un orologio funzionante ad acqua, ci siamo nuovamente divisi in due gruppi: chi desiderava un programma confortevole e leggero ha optato per la visita del museo “La Casa dell’Acqua” ed una passeggiata in centro e al vicinissimo Lago Smeraldo; i più arditi invece si sono avventurati nel percorso del Canyon Rio Sass: una volta indossati elmetti e cerate, tramite delle passerelle metalliche fissate alla roccia, si discende in linea col corso d’acqua tramite un percorso guidato: il rio, impetuoso tra le rocce fino ad essere quasi assordante, improvvisamente diventa un dolce fiumiciattolo alla fine del paese. La camminata è stata lunga e faticosa, fortunatamente il Comune di Fondo ha manifestato la propria ospitalità offrendo un aperitivo in piazza con degustazione di prodotti tipici locali. A quel punto il serpentone si è nuovamente diretto in albergo per la cena di gala che si è rivelata molto stuzzicante: e non solo per le delizie dello chef: infatti la serata è stata allietata da musica dal vivo ma, soprattutto, da inediti spettacoli a sorpresa; ancora una volta gli organizzatori hanno fatto sfoggio della loro creatività: chi si sarebbe mai aspettato uno spettacolo di danza del ventre con Cristina come protagonista? Superato il momento di stupore, i presenti hanno apprezzato le esibizioni (ben tre, di cui una in duetto con Enzo in un’inedita versione Sting) della nostra organizzatrice; e le danze sono proseguite fino a tarda notte con karaoke e quant’altro. Prima però è stata presentata la torta (bellissima come da tradizione) e sono stati consegnati gli omaggi ai partecipanti: ogni equipaggio ha ricevuto una graziosa cassetta in legno contenente prodotti tipici trentini e, meraviglia delle meraviglie, un gioiello in acciaio riproducente il nostro logo appositamente realizzato per i partecipanti al raduno del venticinquesimo. Siamo quindi giunti alla domenica mattina quando, lasciate le vetture nella piazza di Marcena, ci siamo gustati la visita del laboratorio dei fratelli Carrara, produttori e restauratori di organi e clavicembali: una realtà artigianale ma famosa anche all’estero che ci ha aperto gli occhi sulle meraviglie di questi antichi strumenti musicali; non è mancata anche una degustazione di salumi tipici trentini con relativo acquisto di souvenir. Tutto finito quindi? Non ancora, perché i nostri organizzatori, con un ultimo “coup de théatre”, ci hanno fatto sconfinare nella vicina provincia di Bolzano: infatti nel comune di Lauregno si trova la Malga di Cloz: lasciate le auto sulla statale in un’area custodita, siamo risaliti a piedi verso la malga (ma è stata prevista anche una navetta per chi era in difficoltà) e qui, in uno scenario tanto tipico quanto inedito, abbiamo concluso con un ottimo pranzo. Saluti di rito, abbracci e soprattutto un arrivederci al raduno del 18 giugno. Lunga e doverosa la lista dei ringraziamenti: in particolare la famiglia Fedrigoni, proprietaria degli alberghi dove abbiamo alloggiato, per il notevole supporto fornito anche per le attività collaterali; poi Edison Dolomiti nelle persone dei signori Chessler e Chini per la visita a diga e centrale; la sidreria Melchiori, i sindaci dei Comuni di Rumo e di Fondo che hanno patrocinato l’iniziativa; la Coop. Smeraldo, la Macelleria Andrea ed il Caseificio Sociale di Rumo; i fratelli Carrara per la visita del loro laboratorio. E non dimentichiamoci dei nostri soliti sponsor: in particolare Epocauto ha regalato tre abbonamenti annuali ai partecipanti mentre le Cantine Gavioli di Nonantola hanno offerto le bollicine per il brindisi. Un ringraziamento anche al socio Paolo Luni di Padova, pasticcere, che ha dato il suo supporto per la grafica della torta della cena di gala. E, ovviamente, grazie a Marco e Cristina che hanno dimostrato ancora una volta il loro attaccamento al gruppo.