E’ andata! Tutto liscio (o quasi) in barba alle tragiche previsioni meteo che ci avevano fatto temere il peggio: dopo un anno di siccità da record sembrava che si dovesse passare tutto il raduno sotto il diluvio universale! Invece dopo un viaggio sotto la pioggia battente e una Folgaria avvolta dalla nebbia il giovedì mattina, piano piano la situazione è migliorata nel pomeriggio; e anche il venerdì, pur alternando sprazzi di sole a qualche scroscio, il tutto si è mantenuto su livelli discreti; ma è stato il fine settimana che ha premiato la costanza dei partecipanti: aria fresca e frizzante come ci si aspetta oltre i mille metri ma un cielo azzurro che più azzurro non si può sotto ad un sole splendente ma mai invasivo, praticamente il top per uno spiderista. Con una considerazione finale importante: questo evento ha dimostrato che si può ancora fare un bel raduno spendendo il giusto se gli organizzatori hanno la costanza di non arrendersi alle prime difficoltà. Partiamo dall’inizio: addirittura dal mercoledì sera le primissime spider iniziavano a popolare l’ampio garage del Grand Hotel Biancaneve, situato a Costa, tra il centro di Folgaria ed passo Sommo. Vale la pena spendere due parole per questa struttura: elegante, confortevole e magistralmente condotta si è rivelata un campo base ideale per il nostro ritrovo settembrino. Di sicuro resterà nei ricordi dei partecipanti non soltanto per la sua funzionalità e per la professionalità di tutto lo staff ma anche per la qualità della cucina: lo chef ci ha deliziato per quattro giorni con il meglio della gastronomia trentina. Detto questo passiamo a raccontare la giornata di giovedì quando il parcheggio dell’hotel ha iniziato a popolarsi di spider: facce note certamente ma anche qualche novità: ad esempio la coppia formata da Stefano e Maria Andrea Martini, dalla provincia di Modena, che a bordo della loro seconda serie rossa hanno partecipato per la prima volta e che già sabato, positivamente colpiti dal clima del gruppo e dall’organizzazione del club, hanno manifestato la volontà di iscriversi; oppure degli amici Armin e Beatrice Huerlimann, arrivati dal nord della Svizzera a bordo della loro Sport Spider di colore verde i quali, nonostante le difficoltà dovute alla lingua, si sono splendidamente ambientati, al punto che prima della fine del raduno, non senza fatica, Beatrice ha letto un messaggio di ringraziamento in un italiano un po’ traballante ma allo stesso tempo carico di affetto e gratitudine. E infine il debutto del nostro socio Francesco Luni, arrivato sabato a bordo della spider bianca dei suoi genitori in compagnia di Mila, uno splendido esemplare di bracco italiano che con la sua composta dolcezza ha conquistato tutti. Nel pomeriggio il gruppo, non ancora completo, dopo un suggestivo percorso panoramico all’ombra di Forte Belvedere suggerito dall’amico Ugo Bacchi, ha raggiunto Lavarone per la visita del museo del miele; visita che si è rivelata assai piacevole, grazie anche ad una giovane guida che ha saputo coinvolgere i partecipanti spiegando con entusiasmo e chiarezza tutti i segreti della vita delle api e della produzione del prezioso nettare; all’interno del museo è custodita una vasta collezione di strumenti per apicoltura provenienti da varie parti del mondo. Terminata la visita, ai partecipanti è stata offerta una degustazione di grappa al miele oltre alla possibilità di acquistare i tanti prodotti della casa. Al rientro in hotel, dove nel frattempo erano sopraggiunti ulteriori equipaggi, è seguito un cocktail di benvenuto nella splendida terrazza; successivamente è stata servita la cena cui è seguito un briefing di presentazione in una saletta riservata. Si passa quindi al venerdì mattina con un cielo che è un invito a tenere le capotes rigorosamente chiuse: il viaggio peraltro è abbastanza lungo per i nostri standard: dobbiamo infatti superare il passo Vezzena per scollinare in terra veneta sull’altopiano di Asiago. Nonostante qualche momento di pioggia il viaggio scorre tranquillo: le strade sono una meraviglia (quantomeno fino a quando si resta in provincia di Trento si viaggia su un biliardo, quando si passa sotto quella di Vicenza le sospensioni ed i fondoschiena dei passeggeri se ne accorgono!), il panorama è fantastico ed il clima fa sì che anche nelle salite più impegnative non vi siano auto con problemi di surriscaldamento. Raggiungiamo quindi la località di Camporovere dove ci aspettano Fabio e Monica per condurci a Tresché Conca e arrivare quindi a Forte Corbin, imponente impianto difensivo, edificato all’inizio del secolo scorso, con vista su tutta la Valdastico. Accolti dalla proprietaria, che ha brevemente presentato la struttura, abbiamo compiuto una visita libera di tutto il complesso; al termine della visita qualcuno si è lasciato tentare da un aperitivo sostanzioso al bar del forte: scelta che si è rivelata poco lungimirante dal momento che da lì a poco ci siamo spostati all’agriturismo Gruuntaal che ci aspettava con un pranzo veramente abbondante e con specialità da leccarsi i baffi! E’ già ora di rimettere in moto le 850: attraversiamo Asiago passando davanti all’ossario e puntiamo verso Canove di Roana per la visita al Museo della Grande Guerra: ospitato in una vecchia stazione ferroviaria raccoglie una quantità incredibile di cimeli militari. Il signor Albertin, profondo conoscitore della storia locale, ci ha guidati durante la visita spiegandoci tutto con racconti davvero toccanti. Al termine della visita, con la collaborazione della Pro Loco, è stato organizzato un buffet prima della ripartenza in direzione di Folgaria. In hotel giungono altri equipaggi, il meteo nel frattempo si è stabilizzato e ormai l’orientamento è chiaro: l’indomani le capotes si apriranno! E infatti, dopo un’altra cena davvero ottima ed una serata divertentissima grazie a Martina, l’animatrice dell’hotel che ci ha coinvolto in un gioco consistente nell’indovinare le canzoni nel più breve tempo possibile, al mattino ci svegliamo sotto un sole magnifico: la distanza da percorrere, stavolta ridotta, ci consente di fare le cose con più comodo e di attardarci un momento; la meta dii questa mattina è il magnifico Castel Beseno, ubicato in fondovalle a Besenello lungo la valle dell’Adige. Posizionato su un cocuzzolo e raggiungibile dopo una discreta camminata domina tutta la vallata con un panorama mozzafiato sulla piana sottostante, piena di vigneti (siamo nella zona del celebre Marzemino); il castello è stato oggetto di un radicale restauro negli anni ’70 e ’80 durato oltre quindici anni; molto suggestivi i camminamenti di ronda, totalmente percorribili, la collezione di armi antiche ed il campo dei tornei; in uno dei cortili interni poi è stata realizzata una grande scacchiera e così, cammin facendo, c’è scappata anche un’epica sfida a scacchi tra Marco e Gianluca! Al termine della visita molti hanno approfittato della fornita birreria in prossimità del parcheggio prima di rientrare in albergo per il pranzo. La camminata al castello ha smosso l’appetito e ci ricarichiamo volentieri con risotto al Teroldego e carne salada. Ripercorriamo quindi la strada che scende verso la piana dell’Adige ai piedi della Vallagarina per raggiungere le celebri Distillerie Marzadro a Nogaredo. La tappa è stata suggerita da Cristina e Marco, e parlando di grappa, l’organizzatore ha pensato bene di lasciare campo libero ai veneti! Qui troviamo Anna, una guida simpatica e preparatissima che coinvolge tutti quanti nella storia dell’azienda e nei segreti della grappa e della distillazione accompagnandoci in tutti gli ambienti, descritti con chiarezza ed entusiasmo; peraltro essendo in pieno periodo di vendemmia abbiamo avuto la fortuna di potere visitare l’impianto in fase di funzionamento: molto bella la sala di distillazione, posta sotto una moderna cupola in vetro e davvero impressionante la bottaia dove le grappe si affinano prima dell’imbottigliamento. Al termine, come da copione, degustazione ed acquisti in quantità! Per il ritorno Marco e Cristina fanno da apripista attraversando Rovereto e conducendo il serpentone sulla strada di Serrada, anch’essa molto panoramica, per il rientro in albergo per la cena di gala.
A seguire le consuete premiazioni con assegnazione degli abbonamenti gentilmente offerti dal nostro storico sponsor epocauto e con consegna dell’omaggio consistente in una sacca impermeabile contenente un trancio di speck selezionato dalla rinomata macelleria Cappelletti, una marmellata della Val di Gresta e qualche gadget gentilmente offerto dalla Cassa Rurale Vallagarina grazie all’interessamento dell’amico Ugo Bacchi. Dopo questo passaggio, abbandoniamo la nostra saletta meeting per salire al piano superiore dove è stata organizzata una serata piano bar con musica dal vivo. L’atmosfera gioiosa tipica dei nostri incontri sembra non risentire del fatto che ormai il raduno stia volgendo al termine: infatti la mattina dopo, stavolta alle 9,15 per recuperare dai bagordi, si sale in macchina e si parte sotto un sole stupendo per l’ultima parte del programma: il giro del Toraro.
Attraversando ben tre passi (abbiamo sfiorato i 1800 metri di altitudine) abbiamo effettuato un percorso circolare che da passo Sommo si sposta nel vicentino con un magnifico panorama sulle piccole Dolomiti per poi rientrare in terra trentina; durante il tragitto il capofila scorge un ampio parcheggio deserto e opta per una sosta fuori programma; sosta che si rivela un’ottima occasione per scattare foto, in particolare anche foto dinamiche sotto la direzione di uno scatenatissimo Enzo che sbracciandosi e urlando a più non posso fa posizionare le auto nei modi più fantasiosi! Quando arriviamo a Passo Coe, a due passi dal lago scorgiamo la Base Tuono, oggi museo della guerra fredda, oggetto della nostra visita durante il raduno di Lavarone del 2013. Arrivati a Fondo Grande facciamo tappa al bar “Dal Baffo” per un aperitivo in terrazza sotto un sole spettacolare: il titolare ci accoglie calorosamente, rivelandosi un vero e proprio personaggio: si impossessa del nostro megafono e inizia a scherzare rendendo ancora più allegra una sosta di per sé già piacevole. Si avvicina l’ora di pranzo e ripartiamo imboccando la strada per Costa di Folgaria dove ci attende l’ultimo pranzo in albergo: qui lo staff ha ricevuto un meritato applauso da parte dei partecipanti. Terminato il pranzo, inizia il carico dei bagagli, il consueto rito dei saluti con baci e abbracci e l’impegno di ritrovarsi alla prossima occasione. A questo punto entra in scena il gruppo whatsapp dove tutti aggiornano sul percorso e sull’arrivo alle rispettive abitazioni: nota di merito particolare per gli eroici equipaggi laziali che nonostante il lungo viaggio non hanno esitato a fermarsi per aiutare Paride nella sostituzione di una ruota; è ormai mezzanotte quando a Roma l’ultima 850 si infila in garage mentre dalla chat arriva la buonanotte; e a quel punto sul raduno di Folgaria cala definitivamente il sipario!
Arrivederci al prossimo raduno.