L’altopiano di Lavarone, situato nel Trentino meridionale a 1100 metri di altitudine, è prossimo al confine col Veneto e domina la Val d’Astico tra pascoli, boschi e piste da sci.
Il comune, suddiviso in varie località sparse sull’altopiano, si trova a pochi chilometri dalla più nota Folgaria. Nei dintorni sono ancora presenti fortificazioni e testimonianze della prima guerra mondiale, oggetto dell’itinerario del raduno del 2009. Le altre località toccate dalla manifestazione, tra il 12 e il 15 settembre 2013, sono state Trento, Luserna e Folgaria.
L’organizzatore, Ugo Bacchi, pur essendo fiorentino, a Lavarone è di casa, dal momento che vi trascorre le vacanze da decenni. Grazie alle sue numerose amicizie e conoscenze in loco, è riuscito ad ottenere ottime condizioni ed il massimo supporto dalle realtà locali.
Ventisei equipaggi, oltre cinquanta persone, quasi 200 km su quattro passi alpini in tre giorni e mezzo: se dovessimo limitarci ad affidare ai numeri la cronaca di queste magnifiche giornate, avremmo già esaurito l’argomento, ma proviamo a guardare bene queste cifre: cominciamo dai presenti: ventisei equipaggi è un ottimo numero, considerando che in settembre l’afflusso storicamente è minore rispetto agli altri periodi; a ciò si aggiunga il fatto che la zona è abbastanza decentrata e che per motivi diversi molti amici di solito presenti sono stati costretti a dare forfait: per questo motivo non esitiamo a dire che il meeting è stato un successo e per questo siamo riconoscenti tanto all’amico Ugo e al suo prezioso entourage quanto a Giorgio e Vittorio che, con la loro esperienza, hanno contribuito aggiungendo qualche piccola variazione sul tema.
Belle le strade di montagna, movimentate ma mai troppo impegnative, con transito sui passi Fricca, Sommo, Coe e Vezzena; interessante anche il corollario di visite, alcune delle quali davvero inusuali. Inoltre il programma era “morbido” e non ha costretto organizzatori e partecipanti a lottare contro il tempo, dando una piacevole aria rilassante alle giornate.
Partiamo dall’inizio, ovvero dal giovedì quando gli equipaggi si sono dati appuntamento all’Hotel Caminetto, già sede del raduno svoltosi quattro anni fa, della cui ospitalità tutti serbavamo un ottimo ricordo; vetture provenienti da ogni dove hanno movimentato la piccola frazione Bertoldi; nel piazzale c’erano veterani, gente già conosciuta e facce nuove: agli habitué di vecchia data si aggiungono giovani presenti sempre più frequentemente e anche stavolta si è assistito all’affluenza in massa dei soci romani, una cosa davvero rimarchevole vista la distanza Roma-Trento; ma il botto, quello vero, l’ha fatto il debuttante Tonino Castellano che, dalla lontanissima Gela, cittadina sulle coste meridionali della Sicilia, dopo avere caricato la sua 850 su un camioncino ha risalito tutta quanta la penisola per giungere fino a Lavarone: un’impresa unica che ha riscosso il plauso dei presenti e che ha proiettato Tonino all’interno del sodalizio: infatti anche lui, come altri, dopo la prima esperienza, non è riuscito a resistere e si è iscritto al sodalizio. Dato il doveroso benvenuto al neoiscritto, partiamo con la descrizione di queste splendide giornate tra amici e 850.
La prima tappa di questo nostro raduno è stato il museo “Casa del miele” di Lavarone: lo stesso, ove sono esposti attrezzi e curiosità attinenti il mondo dell’apicoltura, era già stato visitato in occasione del raduno precedente ma, visto il successo e la possibilità di effettuare acquisti di prodotti tipici non reperibili altrove, ha consigliato agli organizzatori di prevedere un gradito ritorno. Mentre il gruppo si trovava al museo, gli ultimi ritardatari raggiungevano il “campo base” e si ricongiungevano agli altri in occasione della cena.
Siamo quindi al venerdì mattina quando ci siamo risvegliati con una temperatura a dir poco pungente: sette gradi che sconsigliavano di aprire la capote; confidando in un miglioramento della situazione non appena il sole avesse cominciato a fare il proprio dovere, cosa puntualmente avvenuta nel giro di poco, il colorato serpentone di vetture ha lasciato l’altopiano per puntare verso il capoluogo percorrendo la strada 349, un tracciato panoramico ricco di curve; obiettivo della prima sosta era una delle case spumantistiche più celebri d’Italia: la Ferrari di Trento.
Il Gruppo (che comprende anche le distillerie Segnana e le fonti Surgiva) è uno dei più noti a livello internazionale ed è stato tra i precursori del metodo classico, il principale antagonista degli Champagne francesi.
Peraltro, abbiamo avuto il privilegio di visitare gli impianti in occasione della pigiatura, evento davvero fortunato. Nicoletta Negri ha curato l’accoglienza e, dopo averci illustrato la storia dell’azienda, ci ha condotto in un tour all’interno della struttura: zone di pigiatura, cantine d’invecchiamento, linea di imbottigliamento e quant’altro, per poi terminare con una degustazione di alcuni prodotti della Casa e successiva sosta all’outlet aziendale per gli acquisti; bello anche l’impatto esterno, ai bordi dell’A22 del Brennero: la struttura ha un design di prim’ordine, guarnito da prati all’inglese, fontane e sculture di artisti famosi del calibro di Giò Pomodoro. Foto di rito, con tanto di parata di vetture in livrea tricolore di fronte all’ingresso. Dopo il pranzo in un tipico locale della zona, abbiamo raggiunto il Museo Caproni, alla periferia di Trento, tempio dell’aviazione italiana; parecchi i velivoli in mostra che un’esperta guida ha descritto nei minimi particolari; abbiamo tutti ammirato questi aeromobili (alcuni dei quali ormai centenari) per poi divertirci come bambini sui numerosi simulatori di volo: il museo è infatti dotato di numerose postazioni interattive che consentono di sperimentare il pilotaggio di diversi tipi di velivoli. In sintesi una sosta davvero interessante e diversa dal solito che ha riscosso l’apprezzamento di tutta la comitiva.
Anche qui, all’esterno, foto ricordo in quantità prima di riprendere la strada 349 e risalire verso l’altopiano di Lavarone dopo una giornata davvero interessante sempre sotto uno splendido solo che mitigava la temperatura non proprio da spider.
Cena in compagnia con gli amici come da copione, nel frattempo ulteriori equipaggi si aggiungevano al gruppo che la mattina successiva si metteva in moto per raggiungere Luserna, comune distante una manciata di chilometri da Lavarone caratterizzato dalla presenza di popolazione di origine cimbra; i cimbri, originari della Baviera, si stabilirono secoli fa in terra trentina e tutt’ora conservano il proprio linguaggio e le proprie tradizioni.
Abbiamo quindi visitato il museo di Luserna che riassume la storia dei cimbri e del paese in generale, con riferimenti alle guerre dell’800 e dei primi del 900: sono state ricostruite trincee, postazioni mediche da campo, raccolte di cimeli e divise ma non manca una sala dedicata alla flora ed alla fauna locale. Quindi dopo avere saziato la sete di cultura, abbiamo raggiunto la Baita Millegrobbe che ha contribuito a tacitare altro tipo di sete: un gustoso aperitivo in compagnia all’aperto con le auto schierate nell’enorme piazzale che venivano immortalate dai numerosi turisti presenti.
Il rientro verso Lavarone avveniva su strade a curve fiancheggiate alternativamente da boschi e pascoli e più di un partecipante ha lanciato il proprio destriero a briglia sciolta…
Dopo pranzo siamo ripartiti per Passo Coe per una visita davvero molto speciale:infatti lì si trova il museo della guerra fredda, ricavato in una ex sito missilistico della Nato chiamato Base Tuono; la visita guidata incute ancor oggi più di un timore, soprattutto quando si viene a sapere che i missili (tutt’ora presenti anche se inattivi) potevano essere equipaggiati con le famigerate testate nucleari. Abbiamo quindi visitato le rampe di lancio, gli hangars, i containers che ospitavano i comandi ed il bunker dal quale poteva essere ordinato il lancio in caso di attacco alle altre postazioni. Insomma un balzo indietro nel tempo fino a rivivere la cosiddetta guerra fredda.
A visita ultimata, sempre sotto un bel sole siamo tornati a Lavarone puntando al municipio, dove eravamo attesi dal sindaco, dal presidente e dall’amministratore della comunità montana; dopo i rituali discorsi di benvenuto e la consegna di un gradito omaggio, abbiamo assistito all’esibizione del coro “Stella Alpina” che si è prodotto in un repertorio di canti di guerra e di canzoni tipiche della montagna tra cui l’inno del Trentino, dalle cui parole spicca un senso di appartenenza alla nazione molto forte, determinato dalle lunghe e travagliate vicende storiche che hanno segnato la zona nei due secoli scorsi; un fine giornata davvero piacevole e diverso dal solito rallegrato anche dalla visita dei soci trevigiani Franca e Roberto Campregher che, appiedati a causa di un incidente, hanno fatto una veloce capatina in moto.
Al rientro in hotel, lo chef Flavio Bertoldi ci ha preparato la cena di gala cui hanno presenziato anche il sindaco ed il comandante della stazione Carabinieri.
Siamo già giunti a domenica: stavolta il cielo era bigio e lasciava presagire gli acquazzoni che molti di noi troveranno lungo la strada del ritorno. Abbiamo cominciato con un’escursione al lago di Lavarone, durante la quale ci è stato eccezionalmente consentito l’accesso al percorso pedonale che lo costeggia; durante la sosta a qualcuno è venuta l’idea della gita in pedalò e, in men che non si dica, mezzo club si è ritrovato a solcare le acque del lago! Terminato questo piacevole fuori programma, la colonna di vetture ha raggiunto il caseificio di Lavarone per una visita e la degustazione dei suoi prodotti: il formaggio “Lavarone dolce” ed il “Vezzena” di tre differenti stagionature. Questa ultima parentesi ha preceduto il pranzo di commiato. La sensazione che ho avuto parlando con i tanti partecipanti è che in questo raduno, vuoi per il ritmo dolce, vuoi per la bella compagnia, siamo stati tutti bene ed il rammarico per lo stop invernale delle nostre attività era palpabile. Speriamo quindi di ritrovarci numerosi in occasione della prossima assemblea.
Ringraziamo Ugo, Giorgio e Vittorio unitamente a tutti gli amici di Lavarone che hanno contribuito a farci trascorrere tre magnifiche giornate assieme.
Appuntamento al prossimo raduno….