E anche stavolta eravamo davvero in tanti, anzi tantissimi: complessivamente ben 36 equipaggi hanno solcato le strade dei colli Euganei a bordo delle loro auto. Un successo dunque che conferma il buon momento che sta attraversando il nostro sodalizio. Erano tante le aspettative per questa manifestazione: innanzitutto la giovane età degli organizzatori che ha portato una ventata di freschezza; peraltro il programma è stato da loro stilato con una certa autonomia: benché non sia mancato il supporto da parte del direttivo del club, questo è stato abbastanza defilato e i due “tosi” hanno avuto “carta bianca” su buona parte dei contenuti e i risultati sono stati molto positivi. Poi avevamo anche due equipaggi stranieri: infatti ai francesi Stefano e Amélie, la cui presenza è ormai una piacevole consuetudine, si è affiancata dal Giappone la nostra amica Chizuko che per la quarta volta in nove anni ha attraversato il mondo per essere presente ad uno dei nostri incontri. E infine era il raduno dei debutti: erano ben cinque gli equipaggi che partecipavano ad un raduno tradizionale per la prima volta: i trevigiani Roberto e Franca Campregher, i torinesi Valter e Marina Orsi, i lodigiani Francesco e Radica Anelli, il friulano Dino Cimolai ed i padovani Paolo ed Ester Luni. Quindi gli ingredienti erano molteplici: la voglia di figurare bene nei confronti dei nuovi iscritti, lo stress che inevitabilmente comporta la gestione di una settantina di ospiti, il maltempo che almeno in parte ci ha messo lo zampino e un programma particolarmente ricco: alla fine Marco e Cristina sono stati promossi a pieni voti per acclamazione ed escono a testa alta dal loro primo raduno; e non è mancato chi ha chiesto loro “quando pensate di organizzarne un altro?”.
E’ stata anche una manifestazione particolarmente tormentata sul piano “meccanico”: ben quattro le vetture che hanno riscontrato problemi, alcuni dei quali gravi; e mentre il nostro segretario si prodigava per assistere una delle macchine in panne, dalla sua auto in sosta veniva trafugato un borsello contenente effetti personali.
La sede di questa “quattro giorni” è stata presso l’hotel Antoniano Terme di Montegrotto, impeccabilmente diretto dalla signora Maria Rosa: un albergo elegante e funzionale dotato di ampi spazi e di una cucina davvero di classe che ha soddisfatto anche i palati più esigenti; un plauso particolare anche al personale di sala, caratterizzato da professionalità, efficienza e simpatia. Il via è stato dato nel pomeriggio di giovedì 11 quando il cortile dell’Antoniano ha cominciato a popolarsi di variopinte 850. Purtroppo nel volgere di qualche ora il sole del mattino ha lasciato il posto ad una forte pioggia che ha costretto gli organizzatori ad un cambio in corsa: infatti la prevista visita ai giardini di Villa Barbarigo a Valsanzibio non ha potuto svolgersi e così si è deciso di puntare verso Abano Terme per una passeggiata nell’elegante centro ed un classico aperitivo a seguito del quale qualche signora è ritornata alla macchina con il passo un po incerto! Nel frattempo l’albergo si popolava sempre più di partecipanti e dopo cena, in una sala appositamente riservata al nostro gruppo, gli organizzatori illustravano ai presenti il programma del raduno; una novità che è stata particolarmente apprezzata (e che terremo presente per il futuro) è la distribuzione giornaliera della mappa del percorso, che è risultata di più facile consultazione rispetto ad un road book infarcito di note storiche e culturali.
La sveglia del venerdì non è tra le più piacevoli: la pioggia, caduta tutta notte, non ha alcuna intenzione di concedere una tregua e continua sempre più forte: meno male che i luoghi oggetto di visita sono al chiuso, cosa che aiuta non poco a contenere i disagi; così le spiderine arrivano bagnatissime all’abbazia benedettina di Praglia, imponente costruzione risalente all’XI secolo; sotto la guida di Padre Igino abbiamo visitato un edificio davvero splendido; molto particolare il chiostro pensile, sotto al quale si trova un’immensa cisterna per la raccolta dell’acqua piovana ma tutta la visita ha suscitato l’ammirazione dei partecipanti, dal coro alla biblioteca fino alla cantina, teatro di produzione di pregiati vini e, specialmente in tempo di vendemmia, off limits ma non per noi; seguendo la regola “ora et labora”, i monaci producono inoltre miele, tisane e cosmetici; inutile dire che lo spaccio è stato preso d’assalto! Alla fine della visita la comitiva, sempre sotto la pioggia, rientrava in albergo ma il cielo cominciava a mandare “messaggi positivi”; dopo pranzo, di nuovo tutti in macchina per raggiungere la vicina Torreglia, sede delle celebri distillerie Luxardo, il cui maraschino è famoso in ogni angolo del pianeta: Matteo e Filippo Luxardo, discendenti del fondatore che diede vita all’azienda nel 1821 a Zara, ci hanno ospitato per una visita guidata che è partita dagli alberi di marasca per arrivare all’imbottigliamento passando per i locali di distillazione, infusione ed affinamento in grosse botti; non è mancata la descrizione dei processi produttivi dei vari prodotti aziendali che è sfociata in una degustazione nell’attiguo outlet dove gli ottecentocinquantisti hanno fatto man bassa di liquori e di marmellate; molto gradito l’omaggio consegnato ad ogni equipaggio, consistente in un sacchetto contenente il Sangue Morlacco, l’esclusivo cherry della casa, assieme ad un paio di cappellini griffati Luxardo; e proprio i cappellini sono stati di buon auspicio in quanto nel frattempo è uscito il sole e piano piano le spider hanno cominciato a scoprirsi; a questo punto, carburati a puntino dagli assaggi, i driver si sono lanciati nel percorso panoramico dei colli affrontando la salita del Roccolo fino a raggiungere il belvedere alla sommità del Monte Fasolo, dove il gruppo ha sostato qualche minuto per una foto ricordo e per ammirare il panorama sulla pianura veneta; il tempo vola per cui via di nuovo in marcia verso il delizioso borgo medioevale di Arquà Petrarca: dopo un’interessante visita alla casa che ospitò il celebre poeta nei suoi ultimi anni di vita, abbiamo fatto una passeggiata in centro con degustazione del brodo di giuggiole, il tipico liquore locale prima del rientro in hotel. Sabato mattina, finalmente sotto uno splendido sole (ma con una temperatura inclemente con la quale solo pochi coraggiosi hanno scoperto l’auto da subito) la carovana, percorrendo strade panoramiche tra boschi, ulivi e vigneti, ha raggiunto Cinto Euganeo per visitare il museo geopaleontologico ricavato nel sito di archeologia industriale di Cava Bomba; ai visitatori sono state illustrate le caratteristiche della zona a partire dalla preistoria, quando l’area era occupata dal mare, fino allo sviluppo del vulcanesimo e delle conseguenze che questo ha avuto sulle acque termali, diffusissime in loco. A visita ultimata siamo ripartiti per una gradita sorpresa: siamo infatti andati a Campiglia dei Berici dove siamo stati ospiti della famiglia Ghiro per un piacevole aperitivo nel prato antistante la loro abitazione; l’atmosfera amichevole che caratterizza da sempre i nostri incontri non è sfuggita ai nuovi soci che si sono subito inseriti a meraviglia. Dopo il pranzo abbiamo riacceso i motori per dirigerci verso il castello Cini di Monselice; l’accoglienza è stata a dir poco strepitosa, merito del lavoro dei nostri organizzatori: infatti siamo stati accolti al rullo di tamburi da figuranti in costume medioevale; all’ingresso due guardie in livrea e anche all’interno guide e animatrici vestivano rigorosamente costumi dell’epoca, un’altra sorpresa regalataci dai nostri giovani organizzatori; la visita è stata davvero interessante: l’armeria dispone di un quantitativo formidabile di armi antiche mentre la parte residenziale è completamente arredata da pregevoli mobili antichi; singolari i caminetti dal disegno davvero unico. A visita ultimata tappa ad Abano Terme con sfilata in centro assieme agli amici del Club 500 Euganeo: le piccole Fiat hanno letteralmente riempito la cittadina termale; per finire in bellezza, le vetture dei due club hanno raggiunto il centro di Montegrotto dove erano attese dalle autorità per l’inaugurazione di una zona pedonale recentemente riqualificata. Cena di gala di eccellente livello dopo alla quale, come da copione, NON si è tenuto il discorso del presidente! Sono però stati premiati gli organizzatori e, con l’occasione, alcuni soci hanno ricevuto in omaggio un abbonamento annuale alla rivista Epocauto che da anni generosamente sostiene il nostro club; poi il colpo di scena: all’improvviso Giorgio prende il microfono e, un po emozionato, annuncia alla platea che ricorreva il suo cinquantesimo anniversario di matrimonio con Maura e che entrambi erano felicissimi di festeggiare le nozze d’oro con tanti amici (peraltro abbiamo poi scoperto che Roberto e Franca Campregher festeggiavano le nozze d’argento), è pertanto seguito un brindisi gentilmente offerto dai “novelli sposi” assieme ad una bomboniera per ogni equipaggio. Il raduno sembra appena iniziato ma siamo già alla domenica: percorriamo quindi le belle strade dei rallies degli anni ’60 quali la Treponti-Castelnuovo, la Cingolina e la Costigliola per arrivare a Galzignano presso la casa di campagna del nostro socio Paolo Luni; abbiamo parcheggiato le vetture nel suo giardino (e Paolo era davvero felice di averci ospiti, anzi era quasi commosso) e ci è stato offerto un ottimo aperitivo; non contento di questo, Paolo ha realizzato una magnifica torta che ha donato al club per festeggiare al termine del pranzo conclusivo. A questo punto il raduno finiva ma per qualcuno l’avventura più bella doveva ancora cominciare!!
Appuntamento al prossimo raduno….